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Il ruolo delle Regioni nella cooperazione internazionale si colloca all’interno di un contesto
in continuo mutamento cui è necessario rapportarsi per comprenderne i contenuti, le logiche, i
processi per indirizzare le politiche di sviluppo verso una maggiore sostenibilità ed efficacia di
azione. La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia è inserita in queste dinamiche che coinvolgono
ancor prima il livello locale che il livello nazionale ed europeo e può avere attraverso le buone
pratiche sviluppate un ruolo primario in una cooperazione internazionale sempre più forte ed
efficace.
L’azione sinergica tra Unione europea, Governo italiano e Regioni può contribuire in maniera
determinante a valorizzare il patrimonio di esperienze e partenariati territoriali promossi a
livello europeo verso un cammino di innovazione sia dell’approccio generale che degli strumenti
operativi di fronte alle grandi questioni strutturali inserite nell’Agenda 2030 e di fronte alle
sfide poste dai fenomeni migratori.
Il
programma è lo strumento di attuazione delle iniziative di cooperazione allo sviluppo e
partenariato internazionale che trova le sue basi nella L.R. 19/2000 e che permette di rendere
attuale il quadro normativo al contesto internazionale.
Il documento definisce gli obiettivi e le priorità da perseguire nell’arco temporale della
legislatura, così come indicato dall’art. 1 comma 2 della suddetta legge regionale.
Nella sua definizione si tiene conto del quadro normativo proposto dagli organismi
internazionali, dall’ Unione Europea e dal Ministero agli Affari Esteri e Cooperazione
Internazionale seguendo le priorità strategiche previste dal Trattato UE: politiche di adesione,
vicinato, cooperazione con i partner strategici, cooperazione allo sviluppo.
Le priorità relative alla cooperazione allo sviluppo e al partenariato internazionale sono
orientate al raggiungimento degli
Obiettivi
di Sviluppo Sostenibile promossi dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030.
Alla base della programmazione degli interventi le cinque priorità individuate dal
New
Consensus on Development, adottato dal Consiglio dell’Unione Europea nel maggio del 2017:
• Persone (eliminare fame e povertà in tutte le forme e garantire dignità e uguaglianza);
• Pianeta (proteggere le risorse naturali e il clima del pianeta per le generazioni future);
• Prosperità (garantire vite prospere in armonia con la natura);
• Pace (promuovere società pacifiche, giuste e inclusive);
• Partnership (intervenire nelle varie aree in maniera integrata).
Basato sui principi di decentralizzazione, concentrazione, coordinamento e coerenza,
il
programma regionale mette in evidenza per le iniziative di cooperazione allo sviluppo e il
partenariato internazionale le seguenti priorità:
1. Diritti umani, democrazia e buona governance: l’azione dovrebbe incentrarsi sul sostegno e
la promozione della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto, della parità di genere,
della società civile e delle autorità locali, della gestione del settore pubblico, della
corruzione, della politica fiscale e dell'amministrazione.
2. Crescita inclusiva e sostenibile per lo sviluppo umano: riconoscendo che una crescita
economica inclusiva e sostenibile è fondamentale per la riduzione della povertà, si rafforzerà l’a
zione in materia di protezione sociale, salute e istruzione, che sono le fondamenta della crescita
e ne garantiscono l'inclusività. Allo stesso tempo, si rafforzerà il sostegno a quei settori che
possono avere un forte impatto sui risultati dello sviluppo, e quei settori che creano condizioni
favorevoli per una crescita inclusiva e sostenibile come lo sviluppo del settore privato.
3. Sfide della sicurezza, della fragilità e della transizione: creazione di una risposta più
integrata, coerente e coordinata, in particolare collegando la cooperazione allo sviluppo, gli
aiuti umanitari e la prevenzione dei conflitti.
4. Diritto a non migrare nonché diritto al ritorno volontario assistito e alla reintegrazione
nella propria terra d’origine.
L’azione regionale tiene conto inoltre di quanto stabilito dalle “
Linee Guida e indirizzi di
programmazione della Cooperazione italiana”.
Le logiche strategiche puntano, piuttosto che sul finanziamento di singoli progetti, su un
approccio integrato per ridurre i rischi di frammentazione delle iniziative e di dispersione delle
risorse. L'obiettivo è la messa in rete di iniziative tra i diversi attori, articolando gli
interventi con meccanismi di governance multilivello e promuovendo partenariati pubblico-privato.
Si tratta di:
- scegliere forme di cooperazione capaci di mobilitare in modo capillare tutti gli attori
coinvolti nei processi di sviluppo locale e globale favorendo allo stesso tempo la local ownership;
- riconoscere e valorizzare il ruolo e l’esperienza degli enti territoriali;
- valorizzare il ruolo attivo degli enti territoriali e dei loro attori sociali, rendendo lo
sviluppo più sostenibile e democratico;
- favorire l’utilizzo di metodologie di lavoro basate sulla governance multilivello, sull’uso
efficace delle risorse e delle competenze per accrescere l’impatto sulle problematiche complesse a
livello territoriale.
Si ritiene opportuno sollecitare i soggetti regionali che operano nei settori interessati ai
temi dello sviluppo affinché gli interventi di cooperazione internazionale contribuiscano al
consolidamento delle relazioni con le comunità locali, al dialogo tra aree sviluppate e aree
marginali ed essere parte attiva al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.