Riforme: Fedriga, più democrazia con meno costi e più efficienza
Il governatore, assieme all'assessore Roberti, è stato audito
dalla Commissione I della Camera sulla modifica dello Statuto per
l'elezione diretta degli enti di area vasta
Trieste, 12 dic - "Una riforma statutaria portata avanti dalla
Regione con responsabilità, rispettosa dei pronunciamenti della
Corte costituzionale e finalizzata alla riduzione dei costi e al
miglioramento della qualità dei servizi erogati ai cittadini". Questo il concetto espresso oggi dal governatore Massimiliano
Fedriga e dall'assessore regionale alle Autonomie locali
Pierpaolo Roberti nel corso dell'audizione in sede di I
Commissione della Camera dei deputati - in modalità di
videoconferenza - sul tema della modifica dello Statuto regionale
finalizzata all'elezione diretta degli enti di area vasta. Come hanno spiegato il massimo esponente della Giunta regionale e
l'assessore, la scelta intrapresa è partita dalla constatazione
che l'abolizione "repentina" della Province e la conseguente
costituzione delle Unioni territoriali intercomunali (Uti) -
risalenti a due legislature fa - si sono rivelate fonti di
significative criticità, con il trasferimento alla Regione di
funzioni di gestione del territorio penalizzate da un
accentramento e "quindi maggiori costi e minore efficienza
nell'erogazione dei servizi". A ciò si somma il fatto che le Uti "si sono dimostrate incapaci
di fare politiche di area vasta, rappresentando di fatto dei
soggetti ingessati da una somma di interessi territoriali
diversi", hanno sottolineato Fedriga e Roberti. "Siamo arrivati, ad esempio, al punto che la Regione, pur avendo
primariamente competenze legislative e programmatorie, è
responsabile direttamente della gestione dello sfalcio delle
strade, quando un ente territoriale potrebbe svolgere questo
compito con maggiore efficienza e minori costi", hanno rilevato
il governatore e l'assessore. Altro punto rimarcato da Fedriga e Roberti è quello del processo
di legittimazione al governo del territorio che deve venire
direttamente dagli elettori, attraverso il consenso popolare e
l'esercizio della democrazia. Da qui i passaggi avviati dalla Regione: il superamento delle
Uti, l'istituzione dei quattro Enti di decentramento regionale
("embrioni dei futuri enti di area vasta") - guidati da quattro
dirigenti nominati dalla Regione - con competenze di viabilità ed
edilizia scolastica, votazione del Consiglio regionale a
maggioranza qualificata per la modifica dello Statuto finalizzata
all'introduzione dell'elezione diretta degli enti di area vasta
e, infine, l'ultimo passaggio che spetterà a Camera e Senato in
quanto riforma di rango costituzionale. "Questo iter è stato adottato in osservanza della sentenza della
Corte costituzionale che aveva bocciato un'iniziativa analoga
della Regione Sicilia intrapresa con legge ordinaria regionale",
hanno aggiunto Fedriga e Roberti. Nell'illustrazione alla Commissione il governatore e l'assessore
hanno infine rimarcato che agli enti di area vasta sarà
assegnata, oltre alle funzioni delle ex province, anche una
delega strategica di supporto amministrativo ai Comuni,
specialmente quelli più piccoli, attraverso un centro di
competenza.
ARC/GG/pph
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