Autonomie locali: Roberti, su province opposizioni contradditorie
Trieste, 11 gen - "Stando a quanto accade in questi momenti a
Roma, le stesse forze politiche che ieri in Consiglio regionale
dai banchi dell'opposizione hanno espresso in maniera tranciante
il loro parere contrario all'elezione diretta del presidente
degli enti intermedi, vedi ex province, nella Commissione
parlamentare competente hanno invece annunciato la presentazione
di un ddl per la reintroduzione dell'elezione diretta dei
presidenti di Provincia che vede tra i firmatari anche una
senatrice eletta in Friuli Venezia Giulia. Una notizia che si
commenta da sé e che mette in luce ancora una volta la scarsa
credibilità di chi, pur di opporsi a ogni proposta della
maggioranza, va in contraddizione con le scelte nazionali del suo
stesso partito di appartenenza".
Lo ha detto oggi a Trieste l'assessore regionale alle Autonomie
locali, Pierpaolo Roberti, commentando la notizia relativa alla
presentazione in sede di Commissione parlamentare da parte dei
partiti che appoggiano il Governo e di quelli dell'opposizione di
due ddl, entrambi finalizzati alla reintroduzione dell'elezione
diretta del presidente delle Provincia.
Come ha spiegato Roberti, "chi ieri in Aula tentava di ironizzare
sul ritorno alle province istituite da Napoleone Bonaparte, nella
migliore delle ipotesi ignorava che il fallimento della riforma
nazionale adottata in passato sulla materia ha portato gli stessi
protagonisti di quella stagione a proporre il ripristino della
democrazia elettiva in un ente riconosciuto essenziale da molti
amministratori pubblici dei territori".
"Quando sento parlare di fallimento quindi - ha detto ancora
l'assessore - mi pare evidente che si faccia riferimento alle
scelte del passato compiute anche in Friuli Venezia Giulia nella
scorsa legislatura quando, per strizzare l'occhio a una moda di
riduzione degli spazi di rappresentanza e volendo fare i primi
della classe, non si ha esitato a tagliare con l'accetta degli
organismi amministrativi che governavano le quattro aree vaste
della regione, privando i Comuni di un ente di raccordo capace di
gestire e rappresentare anche culturalmente i diversi territori
del Friuli Venezia Giulia".
ARC/GG
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