La politica deve seguire le indicazioni dei medici. Scelta
gettonisti inefficace, va riprogrammato l'esistente
Pordenone, 22 nov - "Nascere a San Vito non è più sicuro. Alla
politica spetta stabilire se seguire le indicazioni dei medici o
pensare di sostituirli. Noi seguiamo i primi, l'esperienza dei
gettonisti nel punto nascita di San Vito al Tagliamento si è
dimostrata inefficace e va terminata. Siamo arrivati ad un punto
dove sarà necessario intervenire; questo probabilmente non
riguarderà una struttura o una disciplina ma l'intero assetto del
sistema. Per rispondere alle nuove esigenze della nostra società,
al Friuli Venezia Giulia non serve una nuova riforma ma la
riprogrammazione dell'esistente. Pertanto lavoreremo alla
realizzazione di un nuovo progetto sul quale la politica potrà
misurarsi, facendoci accompagnare nella sua elaborazione
dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas),
chiedendo inoltre la collaborazione di alcuni esponenti di
riconosciuto rilievo della sanità regionale".
Lo ha detto l'assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi
rispondendo in Aula ad una interrogazione riguardante il punto
nascita di San Vito al Tagliamento. L'esponente dell'esecutivo
Fedriga, nel suo intervento, ha dapprima messo in luce alcuni
passaggi evidenziati da una lettera del primario del reparto di
ostetricia e ginecologia dell'ospedale della provincia
pordenonese, dal quale emerge la necessità di riorganizzare il
punto nascite di San Vito in attesa che vi sia nuovamente un
numero sufficiente di medici per sostenere l'attività del reparto.
"Di fronte a dichiarazioni tecniche precise e inconfutabili
compiute dal primario - ha detto Riccardi nel suo intervento -
constato che si mette di nuovo in atto uno scontro di parte, che
sfocia nelle minacce ai medici che sostengono la necessità di
queste decisioni, professionisti ai quali ho espresso la mia
solidarietà. Toni ed esternazioni di questi giorni creano solo
tensioni e non aiutano invece a trovare la soluzione ad un
problema oggettivo, ossia la riduzione delle nascite e al
contempo l'assenza di medici che possano garantire la sicurezza
di mamme e bambini ".
Nella risposta all'interrogazione, Riccardi ha poi ricordato come
da tempo sia in atto la ricerca di personale per garantire
servizi efficienti. "Le strutture sanitarie con più casi
assicurano l'attrazione dei professionisti e le maggiori garanzie
di sicurezza per il paziente, consentendo alle aziende
un'organizzazione delle presenze del personale sicuramente molto
più efficace. A tal proposito solo pochi giorni fa, grazie ad un
concorso, Asfo ha assicurato l'assunzione di due nuovi
professionisti; questi hanno scelto di lavorare a Pordenone
perché se fossero stati destinati a San Vito non avrebbero
accettato l'incarico. Sempre sul fronte del personale, si è
ricorso nel tempo all'utilizzo dei gettonisti, scelta che si è
rivelata sbagliata; come in altre situazioni, in assenza di
personale disponibile, si sono percorse tutte le strade possibili
per tenere aperti i servizi. Ma questa esperienza dimostra che
non funziona e quindi va chiusa".
Guardando poi ad un orizzonte temporale di lungo periodo e ad una
necessità di riprogrammare l'esistente, l'assessore regionale ha
ricordato come "l'organizzazione del nostro servizio sanitario
non è più solo un problema di soldi e personale. Di questi temi
se ne parla da decine di anni, dal momento che stiamo ancora
discutendo dei contenuti di una legge regionale del 1995. La vera
questione è se si vuole governare il problema decidendo una volta
per tutte ciò che va fatto veramente o lasciare tutto
nell'indecisione o alla scelta della "piazza", sapendo già come
andrebbe a finire".
"Pertanto - ha concluso Riccardi - ci troviamo davanti a un
bivio; nel compiere una scelta, non servono nuove riforme ma una
riprogrammazione dell'esistente, in cui si tenga conto delle
criticità che la pandemia ha esposto in maniera evidente. Su
questo - ha assicurato l'assessore - ci stiamo già lavorando, a
partire dalla decisione avvenuta mesi fa, di farci accompagnare
in questo percorso da Agenas. Inoltre chiederemo anche la
collaborazione di alcuni esponenti riconosciuti e di rilievo
della sanità regionale. In questo modo elaboreremo un progetto
sul quale misurarsi; quello sarà il momento in cui capiremo la
vera volontà di fare quel che serve o lasciare che -
inevitabilmente - i servizi continuino a costare di più e
'rispondere' di meno".
ARC/AL/gg
L'intervento in Aula dell'assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi