Udine, 28 giu - "Abbiamo una piramide che va ribaltata: per
troppi anni abbiamo immaginato che la risposta di salute alla
domanda del cittadino dovesse essere ancorata primariamente entro
le strutture ospedaliere che invece hanno la funzione di gestire
la situazione di emergenza e di acuzie. Con il risultato che le
persone, le quali non hanno colpe, nel momento di qualsiasi tipo
di bisogno raggiungono quelli che ritengono gli spazi più sicuri:
il pronto soccorso e l'ospedale. E qui entriamo nel tema
dell'appropriatezza, con richieste e conseguenti erogazioni di
prestazioni in spazi sanitari deputati ad altro".
Lo ha sottolineato l'assessore regionale alla Salute del Friuli
Venezia Giulia Riccardo Riccardi, intervenuto questa mattina a
Udine alla conclusione del primo corso regionale per infermieri
di famiglia o comunità, in questa iniziale sessione dedicata agli
infermieri formatori.
"Per dare una adeguata risposta di salute alla comunità dobbiamo
abbattere muri precostituiti, mettere in discussione posizioni
che, magari, definiscono il grado di qualcuno più importante
rispetto a qualcun altro, intervenire su modelli consolidati,
demolire 'rendite di posizione': è un po' l'esperienza che
abbiamo sviluppato durante la pandemia, quando abbiamo ragionato
e agito non singolarmente ma mettendo 'a sistema' ospedali,
pronto soccorso e terapie intensive" ha detto Riccardi.
"Il lavoro che abbiamo avviato per formare circa 400 infermieri
di famiglia o comunità permette non solo di implementare le
competenze professionali degli stessi infermieri ma rappresenta
l'unica strada da percorrere per cominciare a ribaltare questa
piramide, avvicinandoci al cittadino fisicamente, sul territorio
dove vive, dando risposte di rassicurazione e gestendo localmente
patologie prevalentemente croniche - ha spiegato Riccardi -. Il
progetto va nella direzione di stare accanto al cittadino in una
società che ha sostanzialmente modificato la sua struttura, che
permette una vita più lunga ma segnata inevitabilmente da
patologie croniche".
"L'utilizzo della tecnologia, l'adozione di forme di procedura
diverse e di regole differenti, ci possono consentire di rendere
sostenibile una risposta di salute che in questo momento incontra
delle difficoltà - ha aggiunto ancora Riccardi -. Il progetto
dell'infermiere di famiglia o comunità parla di una scelta che è
oggi è più che mai centrale: consentirà di incanalare la domanda
e il bisogno delle persone in un percorso molto più appropriato,
molto più ordinato, meno oneroso per il professionista, il
sistema e i cittadini. Garantirà, di fatto, l'accessibilità a una
domanda di salute".
"L'infermiere di comunità sarà un importante pilastro per lo
sviluppo della sanità territoriale, sia per l'assistenza alle
persone che per la promozione della salute. Per istituire e
certificare questa figura, in linea con il Decreto ministeriale
77/2022 di riorganizzazione della medicina territoriale, abbiamo
avviato un percorso che porterà, entro il 2025, a rendere attivi
sul territorio del Friuli Venezia Giulia 400 infermieri di
comunità" ha dettagliato Riccardi.
"Gli infermieri che oggi svolgono le funzioni di assistenza
domiciliare saranno gli infermieri di famiglia o comunità, con un
modello organizzativo diverso da quello che oggi, con
l'attivazione di cosiddetti 'nodi' di infermieri di comunità,
ovvero con attivazione di ambulatori di comunità, per un bacino
territoriale di riferimento di 3.000 abitanti - ha spiegato a
margine Riccardi -. L'infermiere sarà punto di riferimento per la
comunità per l'assistenza infermieristica generale; sarà presente
in modo connettivale nei diversi setting territoriali: ad esempio
negli ambulatori, vicino al medico di medicina generale e
all'assistente sociale, perché la prossimità fisica aiuta a
realizzare la presa in carico e l'integrazione tra tutti i
professionisti e tutti i servizi".
"Non sarà solo un infermiere che eroga prestazioni, ma si renderà
'attivatore' di vicinato, parrocchie e altre realtà di
volontariato della comunità locale perché alla cronicità non può
bastare soltanto una risposta prestazionale tecnica: occorre una
presa in carico globale per offrire alle famiglie che hanno al
loro interno pazienti portatori di patologie croniche una
risposta a 360 gradi, anche con l'assistenza di tipo tutelare e
relazionale" ha concluso l'assessore alla Salute.
ARC/PT/ma
L’assessore regionale alla Salute del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi a Udine alla conclusione del primo corso regionale per infermieri di famiglia o comunità
L’assessore regionale alla Salute del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi a Udine alla conclusione del primo corso regionale per infermieri di famiglia o comunità
L’assessore regionale alla Salute del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi a Udine alla conclusione del primo corso regionale per infermieri di famiglia o comunità