Aviano, 29 nov - "Un territorio è sempre anche espressione dei
suoi prodotti tipici. E quando questi prodotti diventano parte
integrante della narrazione del territorio si crea anche una
ristorazione che con i piatti porta in tavola e propone la
propria terra. Quando c'è questo circolo virtuoso non può che
esserci una comunità, come quella regionale, che ha capito di
poter valorizzare la propria produzione di eccellenza. Nel caso
della Pitina delle valli pordenonesi, questo è accaduto e sta
accadendo. Un prodotto che, seppure di nicchia, sta dando lustro
e valore all'enogastronomia e che ci aiuta a fare vivere le
nostre comunità diventando elemento di attrattività
turistico-culturale".
Parole pronunciate dall'assessore alle Risorse agroalimentari e
alla Montagna Stefano Zannier intervento alla cena didattica "La
Pitina, icona del territorio" organizzata allo Ial, l'Istituto
alberghiero di Aviano. L'evento, voluto dall'Associazione
produttori Pitina Igp, ha voluto essere un momento per fare il
punto su un prodotto che negli ultimi anni è riuscito a farsi
conoscere e apprezzare. Nel corso della serata si sono tirate le
somme sulla conclusione del progetto di promozione "Sviluppo e
innovazione nella promozione dei prodotti agroalimentari tipici
del territorio", un'iniziativa promossa del Gruppo di azione
locale di Montagna Leader.
"Un progetto - come ha sostenuto l'assessore Zannier - che in
questi ultimi anni ha certamente fatto crescere i produttori che
hanno dovuto misurarsi con il disciplinare che i prodotti Igp
devono osservare. La Pitina è sicuramente destinata a vedere
salire la produzione, ma rimarrà sempre un prodotto di nicchia e
di grande qualità il cui consumo ha proprio l'obiettivo di fare
conoscere il territorio dove è nato. Possiamo dire che l'unicità
del prodotto è un forte elemento di attrattività. Ecco dunque
l'importanza - ha evidenziato Zannier - di costituire quel
sistema a filiera fatto dai produttori e dalla rete dei
ristoratori in grado di massimizzare la promozione".
Val Tramontina, Valcellina, Val Colvera, sono queste le vallate
che custodiscono quel piccolo tesoro della gastronomia dei tempi
andati: la Pitina, il salume (realizzato con carni ovine e
caprine, ma anche con selvaggina) per il quale un gruppo di
produttori ha ottenuto nel 2018, al termine di un iter durato
parecchi anni, il riconoscimento della Igp (Indicazione
geografica protetta). Ma già dal 2002 la Pitina era stata
inserita tra i Presidi di Slow Food.
Un percorso che, durante l'evento allo Ial di Aviano, è stato
ricordato dal giornalista esperto di enogastronomia Bepi
Pucciarelli. Nel corso della serata è stato anche presentato il
volume "Dieci anni di Premio Trivelli", una raccolta di ricette
dei piatti realizzati dai ristorati premiati negli anni. Ricette
che hanno accompagnato il percorso che ha portato alla tutela
comunitaria ottenuta con la certificazione Igp e il
riconoscimento come prodotto "culturale". Il libro è stato
realizzato in collaborazione con Lis Aganis, Ecomuseo delle
Dolomiti Friulane.
Il volume vuole essere anche una testimonianza, come ha voluto
evidenziare la presidente dell'Ecomuseo Lis Aganis Rita Bressa,
di come il futuro stia nelle mani delle giovani generazioni che
stanno investendo, anche nelle aree montane, in produzioni e
lavorazioni dei prodotti agroalimentari tradizionali. E' a loro
che con orgoglio - è stato ribadito - va trasmessa la memoria al
fine di mantenere viva una tradizione che attraverso nuove
produzioni di specialità come la Pitina evita che cibi di una
volta spariscano dalle tavole del Friuli Venezia Giulia.
ARC/LIS/gg
L'assessore Stefano Zannier intervenuto all'evento "La Pitina, icona del territorio" organizzato allo Ial di Aviano