L'assessore è intervenuto in aula per ribadire posizione della
Giunta su iter riguardante soluzione alle piene del fiume
Trieste, 19 giu - "Le opere ipotizzate lungo il Tagliamento
garantiscono, ad oggi e nel futuro, la migliore e più sostenibile
soluzione per mitigare il rischio di danni a persone e, allo
stesso tempo, hanno un irrisorio impatto paesaggistico rapportato
allo stato attuale. Troppe volte percepisco la mancanza del senso
di urgenza nella definizione delle opere di mitigazione del
rischio idraulico del Tagliamento; certe polemiche sono
strumentali nella cieca prospettiva di accaparrarsi il voto delle
prossime elezioni, piuttosto che avere il coraggio di guardare ad
una visione più chiara ed evidente. Pertanto la delibera adottata
dalla giunta nella quale delineiamo il percorso per la soluzione
del problema lungo questo fiume non verrà ritirata".
Così si è espresso in aula l'assessore regionale per la Difesa
dell'ambiente Fabio Scoccimarro intervenendo durante la
discussione della mozione che aveva per oggetto l'avvio di un
dibattito pubblico e un percorso partecipato per la prevenzione e
la mitigazione del rischio idrogeologico lungo il corso del fiume
Tagliamento.
Facendo un po' di cronistoria, l'esponente dell'esecutivo ha
evidenziato come l'aggiornamento del Piano di Gestione Rischio
Alluvioni (PGRA) e la pianificazione degli interventi sul fiume
Tagliamento partono da un lavoro articolato iniziato dal 2018.
"Sino a quel momento - ha detto Scoccimarro - coesistevano tre
previsioni di Piani che inducevano in molti casi forme di
incertezza. Questi piani sono stati superati non solo dalla
volontà politica di voler mettere fine a quell'incertezza
giuridica e tecnica, ma anche dalla necessità impellente di agire
a seguito dell'intensificarsi dei fenomeni climatici estremi che
mettono a serio rischio l'incolumità dei nostri cittadini".
Secondo l'assessore regionale l'approccio utilizzato è stato
quello di ragionare su scala di bacino idrografico, e non sulla
singolarità, "grazie anche ai modelli matematici approntati
dall'Autorità di Bacino delle Alpi Orientali, per cercare di dare
una soluzione complessiva al problema della gestione del rischio.
Le problematicità e le conclusioni dalle analisi e delle
valutazioni hanno un carattere tecnico-scientifico e non
politico; il complesso delle opere schematizzate per le
simulazioni modellistiche rappresentano, come scritto ai 38
Sindaci dei territori interessati dal corso del fiume in aprile,
"un livello di pianificazione sovraordinato al quale dovranno
seguire le fasi di programmazione e progettazione previsti dalla
normativa sugli appalti."
"Da parte nostra - ha aggiunto Scoccimarro - non intendiamo
quindi ritirare la delibera di Giunta 530 dell'11 aprile 2024 in
cui si delinea il percorso che intendiamo intraprendere per porre
soluzione al problema idraulico lungo il Tagliamento. Inoltre non
può essere accolta la richiesta di indire un dibattito pubblico,
in considerazione degli oltre cinque consessi pubblici in cui
sono stati incontrati i Sindaci, delle commissioni e delle
relative audizioni, sia perché la procedura di VIA sulle opere
prevede la pubblicità del procedimento con l'istituto di
inchiesta pubblica. E appena le gare avranno individuato i
progettisti, come ho già detto ai primi cittadini, torneremo ad
incontrarci, coinvolgendo anche gli altri portatori di interesse.
Ciò che intendiamo ribadire con forza - ha rimarcato Scoccimarro
- è che non abbiamo a che fare con una diga, bensì una traversa.
Chi afferma il contrario lo fa in mala fede".
Dal punto di vista tecnico l'esponente dell'Esecutivo ha poi
ricordato che il progetto di Piano di gestione del rischio
alluvioni ha effettuato la verifica di assoggettabilità a Vas nel
2021, conclusasi con la dichiarazione di non necessità di
assoggettare il Piano a VAS. "Le opere individuate per il
Tagliamento hanno una specifica natura: sono puntuali e ad
azionamento eventuale, ovvero non sono delle opere di trattenuta
permanente quali un invaso. Il documento preliminare allegato
alla delibera 530 ha la funzione di definire e circostanziare
l'oggetto da progettare. Sulla base di questo documento
inizieranno le fasi per addivenire alla progettazione: il
progetto di fattibilità tecnico economica che analizzerà tutte le
alternative possibili individuandone, con analisi SWAT, i costi
ed i benefici, la procedura approvativa. Predisporre un rendering
su un tale documento pare quindi fuorviante e pretestuoso. I
rendering specifici sono oggetto di approfondito ragionamento da
svilupparsi in sede di redazione del progetto di fattibilità
tecnico ed economica, non certo di documento preliminare per la
progettazione".
Infine sull'aspetto riguardante il dibattito pubblico più volte
richiesto, "il DPCM 10-5-2018 n.76 indica quali progetti di
fattibilità, ovvero documenti di fattibilità delle alternative
progettuali delle opere, devono essere sottoposti a dibattito
pubblico. L'allegato 1 al citato DPCM elenca le tipologie di
opere e le soglie dimensionali soggette a dibattito pubblico e la
traversa laminante di Dignano, non rientra tra questa fattispece".
ARC/AL/pph