La peste suina africana (PSA) è una malattia virale dei suini e dei cinghiali. 
È una malattia altamente letale per i suini domestici, ma assolutamente innocua per l’uomo .
Non esistono né vaccini né cure e l’elevata capacità di diffusione della malattia comporta conseguenze economiche devastanti per il settore suinicolo.
I ceppi più aggressivi del virus sono generalmente letali. Il decesso avviene entro 10 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi. 

Sintomi

I sintomi classici di questa malattia sono: febbre, perdita di appetito, debolezza, aborti spontanei, emorragie interne con emorragie evidenti su orecchie e fianchi. Può verificarsi anche la morte improvvisa.

I suini e i cinghiali di solito si infettano tramite diverse modalità:
• contatto diretto con animali infetti. Quindi massima attenzione deve essere rivolta alle regole di bio-sicurezza per coloro che allevano suini e soprattutto cinghiali in strutture inadeguate.
• ingestione di carni o prodotti a base di carne di animali infetti: Es: scarti di cucina, broda a base di rifiuti alimentari e carne e frattaglie infette;
• contatto con qualsiasi oggetto contaminato dal virus, come indumenti, veicoli e attrezzature. 

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Prevenzione

Le persone che provengono o transitano da aree infette possono rappresentare veicoli inconsapevoli di trasmissione del virus agli animali attraverso pratiche igieniche o di smaltimento rifiuti alimentari non corrette.

Per prevenire l’introduzione del virus è importante:
• non portare dalle zone infette prodotti a base di carne suina o di cinghiale, quali, ad esempio, carne fresca e carne surgelata, salsicce, prosciutti, lardo, salvo che i prodotti non siano etichettati con bollo sanitario ovale;
• non somministrarli ai suini domestici rifiuti alimentari di qualunque tipologia;
• non lasciare rifiuti alimentari in aree accessibili ai cinghiali;
• segnalare tempestivamente il ritrovamento di un cinghiale selvatico morto;
• per i cacciatori: pulire e disinfettare le attrezzature, i vestiti, i veicoli e i trofei prima di lasciare l’area di caccia; eviscerare i cinghiali abbattuti solo nelle strutture designate; evitare i contatti con maiali domestici dopo aver cacciato;
• per gli allevatori di suini: rispettare le norme di biosicurezza, in particolare cambiare abbigliamento e calzature quando si entra o si lascia l’allevamento; notificare tempestivamente ai Servizi veterinari sintomi riferibili alla PSA e episodi di mortalità anomala. 

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Diffusione in Europa

Nel 2007 la PSA è comparsa nel Caucaso interessando Georgia, Armenia, Azerbaigian e rapidamente si è diffusa verso nord in Russia, Ucraina e Bielorussia.
Nel 2014 la malattia è stata riscontrata in Paesi dell’est dell’Unione Europea (Lituania, Polonia, Lettonia ed Estonia) e tra il 2016 e il 2019 il fronte epidemico ha interessato Repubblica Ceca, Romania, Ungheria, Bulgaria, Slovacchia e Belgio (quest’ultimo raggiunto dal virus tramite un “salto” causato da attività umane). Nel 2020 la malattia ha raggiunto anche Grecia e Germania.
Il 7 gennaio 2022 è stata confermata la positività in un cinghiale trovato morto in Piemonte, nel Comune di Ovada, in provincia di Alessandria.
Precedentemente in Italia la malattia era presente unicamente in Sardegna, dove negli ultimi anni si registra un costante e netto miglioramento della situazione epidemiologica.
Il virus riscontrato in Piemonte è geneticamente diverso dal quello circolante in Sardegna, e corrisponde a quello circolante in Europa da alcuni anni.

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Iniziative della Regione FVG

La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha adottato una serie di iniziative a carattere preventivo:

- campagne di informazione rivolte a cittadini, allevatori e cacciatori per divulgare i comportamenti corretti da seguire per evitare l’introduzione e la diffusione del virus;
- rafforzamento dell’attività di sorveglianza nella popolazione di cinghiali selvatici, sottoponendo a controllo tutti gli animali rinvenuti morti;
- controlli negli allevamenti suini per valutare le misure di biosicurezza;
- controlli delle partite di carne di selvaggina provenienti dai Paesi comunitari interessati dalla malattia;
- attività di simulazione dell’emergenza per testare la capacità di intervento delle strutture territoriali preposte al controllo;
- valutazione dell'opportunità ricorrere al contenimento della popolazione di cinghiali con abbattimenti programmati. 

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