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Il sistema tavolare tuttora in vigore nella nostra Regione mantiene uno stretto legame con i
suoi fondamenti germanici.
Esso trova origine già nei secoli XII-XIV, allorché nei territori della Boemia, della Moravia
e della Slesia settentrionale prendeva forma un primordiale principio di iscrizione. Si prevedeva,
infatti, già in allora, che il diritto di proprietà immobiliare si acquistasse solo per effetto
dell’iscrizione in particolari registri denominati “tabulae” o “Tafeln”. La registrazione degli
acquisti secondo un ordine cronologico, e non in applicazione di un criterio ordinante a base
reale, non garantiva, tuttavia, quella facilità di consultazione che è offerta dal sistema tavolare
attuale, il quale consente all’utente l’immediata conoscenza della situazione giuridica di un bene
immobile e delle vicende giuridiche che lo hanno interessato.
Il sistema compilativo delle cd. Landtafeln rimase immutato, salvo qualche perfezionamento
mediante le ordinanze di Ferdinando II per la Boemia e la Moravia, sino alle Sovrane Patenti
Imperiali del XVIII secolo.
Per quanto interessa il territorio regionale, è con la Patente del 10 gennaio 1761, preceduta
dall’istruzione del 26 novembre 1760 per il personale del costituendo ufficio, che Maria Teresa
dispose l’istituzione di un ufficio delle pubbliche intavolazioni (Landtafeln) per la Contea di
Gorizia e Gradisca, nel quale le variazioni della titolarità dei diritti iscritti avveniva con la
produzione del titolo legalmente riconosciuto. Il libro fondiario fu istituito “per sostegno dell’u
niversal credito, con gran vantaggio del pubblico”, allo scopo di assicurare la pubblica fede delle
iscrizioni e, quindi, la certezza del diritto.
La Patente Teresiana per le zone del goriziano ricalcava l’istituzione del sistema tavolare
in Stiria, attribuita al padre dell’imperatrice e risalente al 1730, il quale, a propria volta, si
era ispirato all’esempio boemo.
Alla base delle iscrizioni fu preso il catasto teresiano e successivamente, per la revisione
parziale, quello giuseppino.
Dapprima affidato ad un vice o sotto direttore dipendente dal presidente del consiglio
capitanale, nel 1783 passò all’amministrazione giustiziale dei nobili in Gorizia, così segnando il
passaggio del sistema tavolare, non più governato dall’autorità politica, ad istituzione civile.
Stessa sorte toccò all’ufficio tavolare di Trieste istituito con Patente sovrana del 26
ottobre 1772, con la quale Maria Teresa dispose la registrazione, secondo un criterio personale, di
tutti gli atti riguardanti i beni immobili di Trieste e del suo territorio. Dapprima dipendente
dalle autorità governative provinciali, venne subordinato all'autorità giudiziaria con risoluzione
del 1776.
Di lì a poco, con la Patente Sovrana del 22 aprile 1794, fu introdotto il cd. Hauptbuch
(Libro Maestro), caratterizzato per l’organizzazione in fogli per ciascun fondo. In tal modo,
superato il criterio cronologico di registrazione degli acquisti, prese avvio il sistema di
pubblicità immobiliare tuttora vigente basato sul cd. foglio reale.
Durante l'occupazione francese, dal 1812 al 1814, gli uffici tavolari furono soppressi e
sostituiti dall’ufficio di conservazione delle ipoteche.
Con decreto aulico del 20 settembre 1814 gli uffici tavolari furono ripristinati.
Il sistema di pubblicità immobiliare così abbozzato trovò compiuta disciplina dapprima con la
promulgazione del codice civile universale austriaco del 1811 (entrato in vigore il 1° gennaio
1812) che lo estendeva a tutte le province dell’impero e sanciva in modo espresso il principio di
iscrizione e successivamente nella Legge generale sui libri fondiari del 25 luglio 1871 B.L.I. 95
(cd. Legge tavolare), richiamata anche nell’art.1 del R.D. 28 marzo 1929 n.499 e in parte trasfusa
nella stessa, sulla struttura e tenuta del libro fondiario, e nella Legge generale del 25 luglio
1871 B.L.I. 96 contenente le norme sull’impianto del libro fondiario, da istituirsi in tutte le
Province dell’Impero Asburgico, cui le legislazioni provinciali avrebbero dovuto dare attuazione
con apposite leggi di impianto.
Nella Contea di Gorizia e Gradisca la legge generale sui libri fondiari ricevette attuazione
con la Legge provinciale 5 novembre 1874 n. 2 e con l’ordinanza del Ministero della Giustizia del
26 febbraio 1875 che avviarono l’istituto attualmente in funzione.
Per la Città di Trieste, invece, non entrò mai in vigore una Legge d’Impianto, poiché quella
approvata nel 1888 dalla competente Dieta Provinciale rimase senza sanzione sovrana, in quanto non
contenente l’autorizzazione all’uso di lingue diverse dall’italiano nella stesura delle iscrizioni
tavolari.
Va ricordato che le c.d. Leggi d’Impianto e l’
ulteriore
normativa, risalente al periodo anteriore alla conclusione del primo conflitto mondiale, sono
state conservate in vigore dal richiamo contenuto nell’art. 1 del R.D. 499/1929.
Si segnala, per completezza espositiva, che il testo della Legge tavolare è stato
successivamente novellato per adeguarlo alla riforma del diritto di famiglia ed all’introduzione,
nell’ordinamento civilistico, di nuove forme di pubblicità immobiliare, quali l’annotazione del
contratto preliminare.