Udine, 15 mar - "In questo contesto internazionale drammatico,
acuito dall'incremento dei costi energetici e delle materie
prime, la Regione, da un punto di vista economico non può fare
nulla. Serve un intervento statale e, ancora di più, uno europeo,
una sorta di recovery plan numero due dell'Ue. L'Amministrazione
regionale ha già incontrato le associazioni sindacali e di
categoria al tavolo di confronto regionale che abbiamo voluto
costituire e dal quale sono emerse alcune proposte, alcune di
esse sono state recepite dal tavolo nazionale. Riconvocherò a
breve la riunione per aggiornare in merito alle misure che
saranno adottate a livello centrale e per continuare a stare
accanto ai nostri imprenditori".
E' il commento dell'assessore regionale alle Attività produttive
e Turismo Sergio Emidio Bini che ha partecipato, oggi nella sede
della Regione a Udine, con il presidente di Confcommercio
regionale, Giovanni Da Pozzo, alla conferenza stampa di
presentazione dei dati congiunturali di Confcommercio.
Bini ha poi informato del prossimo incontro, previsto il 17
marzo, fra la Commissione Sviluppo economico della Conferenza
delle Regioni e la task force del Mise per individuare gli
interventi immediati da mettere in atto ricordando alcune delle
proposte nate dal tavolo del Friuli Venezia Giulia: dalla
rateizzazione delle bollette di gas ed energia elettrica, al
credito connesso ai costi energetici da scomputare dal calcolo
sul rating d'azienda fino alla proroga del "Temporary framework",
ovvero degli interventi di aiuto all'economia in deroga.
L'assessore regionale ha rimarcato la necessità di agire in
fretta davanti ad una drammaticità che ha modificato anche gli
scenari del nostro territorio che prima della crisi: "registrava
percentuali di crescita significative non solo per il terziario
ma anche per l'export e il turismo - ha indicato Bini -; lo
scoppio della guerra ha fatto emergere una drammaticità
umanitaria ed economica a cui è necessario dare risposte
immediate".
"Davanti ad un'inflazione galoppante, le famiglie non hanno più
spazi di spesa, se scelgono di pagare le bollette non comprano un
vestito nuovo o non vanno al ristorante", ha proseguito Bini
rilevando il duro impatto della crisi sulle imprese con i rincari
abnormi dell'energia e dei costi delle materie prime.
L'esponente della Giunta Fedriga ha espresso la convinzione che
"stiamo scontando oltre 30 anni di scelte di politica energetica
non compiute. Si era pensato alla gobalizzazione come panacea di
tutti i mali oggi invece capiamo le conseguenze di non avere
filiali produttive in Europa".
La conferenza stampa ha messo in evidenza come nel terziario in
Fvg l'impatto economico della guerra sia già sentito per quattro
imprese su dieci e la fiducia sia dimezzata. Il 44% delle
imprese giudica infatti 'rilevante' (6% molto rilevante, 38%
abbastanza rilevante) il potenziale impatto della guerra in
Ucraina in termini di effetti indiretti sulla propria attività.
L'analisi emerge dall'Osservatorio congiunturale curato per
Confcommercio Fvg da Format Research.
Le imprese del terziario Fvg ha spiegato il direttore scientifico
della società di ricerca Pierluigi Ascani, "temono di perdere il
terreno recuperato con fatica dopo due anni di pandemia".
"Con aumenti consolidati e bollette rincarate che penalizzano
pesantemente le imprese e mortificano il potere d'acquisto delle
famiglie, viviamo una congiuntura di rinnovate criticità", ha
sottolineato Da Pozzo. Eppure, veniamo da un 2021 in cui è
aumentato il numero delle imprese del terziario nuove iscritte in
Fvg".
Nell'ultima parte del 2021 si era assistito a un incremento della
fiducia delle imprese del terziario del Fvg circa l'andamento
dell'economia italiana. Tuttavia, la previsione al 31 marzo 2022
già iniziava a mostrare i segni di una lieve inversione di
tendenza, causata dalla recrudescenza della pandemia. Allo stesso
modo, alla fine dell'anno era migliorata anche la fiducia
nell'andamento della propria impresa. La stima al 31 marzo 2022
mostrava anche in questo caso un rallentamento della dinamica di
crescita dell'indicatore (sebbene sempre al di sopra della media
nazionale del terziario). L'indicatore congiunturale della
fiducia delle imprese del terziario del Fvg per il 2022 scende da
42 (previsione precedente lo scenario di guerra) a 22
(nell'attuale situazione).
Nell'ultima parte del 2021 avevano "tenuto" i ricavi delle
imprese del terziario del Fvg ma la previsione per i primi mesi
del 2022 già evidenziava un rallentamento dell'indicatore
congiunturale che scendeva da quota 45 a 42. A causa dello
scoppio del conflitto, le imprese del terziario del Fvg si
aspettano una possibile riduzione del -11% dei ricavi a seguito
dell'impatto della nuova crisi. Gli operatori dei trasporti e
della logistica sono coloro che temono le conseguenze più forti.
Sulla crisi energetica e l'aumento abnorme dei costi per le
imprese è emerso come l'82% delle imprese del terziario del Fvg
lamenta, a partire dalla fine del 2021, un incremento dei prezzi
dei servizi di energia elettrica e gas. A pesare sulle imprese
anche i costi praticati dai fornitori della logistica, il 63%
dichiara che sono aumentati. Oltre il 60% degli operatori si
aspetta un incremento del costo delle materie prime.
L'analisi ha toccato anche i temi della liquidità e del credito.
Cala leggermente la quota di imprese del terziario del Fvg che si
recano in banca per chiedere credito e diminuisce anche la quota
di risposte positive. Continua a peggiorare la situazione dal
punto di vista della "durata" del prestito: le imprese temono di
non riuscire a ripagare il debito nei tempi pattuiti.
Infine, la cartina di tornasole è, secondo Ascani, l'andamento
dei saldi invernali che ha lasciato insoddisfatti due terzi dei
commercianti in termini di affluenza dei clienti nei negozi. Allo
stesso modo, il 68% dei commercianti del Fvg dichiara di avere
incassato meno rispetto ai saldi invernali 2021. In generale, si
registra un generalizzato calo degli incassi nella stagione dei
saldi invernali 2022.
ARC/LP/gg
L'assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini , durante la conferenza stampa sui dati congiunturali di Confcommercio.
Foto Regione FVG