Udine, 18 nov - Nel corso del 2018 in Friuli Venezia Giulia è
cresciuto del 3,2 per cento, pari a 2mila persone, il numero
degli utenti in carico al Servizio sociale dei Comuni (Ssc) che
ha raggiunto ora 66.782 unità: l'aumento è determinato
esclusivamente dalla componente italiana (+4,2%), a fronte di un
lieve rallentamento di quella straniera (-0,9%) che conta 12.923
unità in carico ai Ssc.
I dati, estrapolati dal rapporto sociale regionale 2018 di
prossima pubblicazione, sono stati anticipati oggi dal
vicegovernatore con delega a Salute e Politiche sociali, Riccardo
Riccardi, nel corso dell'incontro con i portavoce regionali
dell'Alleanza contro la povertà in Friuli Venezia Giulia,
articolazione territoriale dell'Alleanza contro la povertà in
Italia nata nel 2013, un insieme di soggetti sociali che hanno
deciso di unirsi per contribuire alla costruzione di adeguate
politiche pubbliche contro la povertà.
I fondatori dell'Alleanza sono Acli Fvg, Cgil-Cisl-Uil Fvg,
Confcooperative-Federsolidarietà Fvg, associazione Banco
Alimentare Fvg onlus, Lega delle cooperative-Legacoopsociali Fvg,
Adiconsum Fvg, Cnca Fvg, le articolazioni regionali di Caritas,
società di San Vincenzo de Paoli, FioPsd (Federazione italiana
organismi persone senza dimora), Banco Farmaceutico, Azione
Cattolica italiana e Forum del Terzo settore.
Riccardi, recependo le istanze illustrate dal portavoce
dell'Alleanza, Andrea Barachino, riguardanti la sensibilizzazione
dell'opinione pubblica, la promozione di un dibattito basato
sugli interventi esistenti e quelli proposti con forme di
monitoraggio delle misure adottate, oltre al confronto con le
forze politiche e le istituzioni affinché compiano scelte
favorevoli alla lotta contro la povertà, ha posto l'accento sulla
lettura dei dati emersi nel rapporto, prima fotografia aggiornata
sulla situazione della povertà e sull'impatto delle misure finora
adottate, condividendo con l'Alleanza la necessità di non ridurre
la questione del contrasto alla povertà a un mero fatto di
contributi e risorse da assegnare e focalizzando l'importanza di
promuovere una diffusa comunità inclusiva.
"L'incidenza percentuale dell'utenza sulla popolazione residente
- ha fatto notare Riccardi - raggiunge il 5,5%, quasi il doppio
rispetto a quella straniera, e di fronte al fenomeno di una
componente italiana che aumenta e che impatta la nostra società
occorre riflettere. Questa è una prova di un fenomeno, non uno
slogan che da più parti continua ad essere usato come una clava
per contrastare una posizione politica. La povertà aumenta per
gli italiani e a questa situazione bisogna dare risposta. L'altro
tema da affrontare riguarda la questione del reddito di
cittadinanza, misura attualmente non cumulabile con altre, e
l'opportunità di integrazione a questo strumento per rispondere
ai fenomeni sociali che investono la regione".
A livello generale, nel 2018 in Friuli Venezia Giulia l'incidenza
individuale, ovvero la percentuale sui residenti di persone che
vivono in famiglie in povertà relativa, è pari al 10,4% (dati
Istat), in calo rispetto all'anno precedente (10,9%) e all'ultimo
triennio (era al 13,5% nel 2015). Considerata a livello
familiare, l'incidenza della povertà relativa risulta pari al
7,3%, in aumento rispetto all'anno precedente (6,9%) ma in
diminuzione rispetto al 2015 di 1,4 punti percentuali.
In base alla struttura per età dell'utenza complessiva, gli
adulti seguiti dai Scc (dati Regione) sono 32.565 e rappresentano
poco meno della metà dell'utenza (48,8%), seguiti dagli anziani
con 25.419 utenti (38,1%) e dai minori con 8.802 utenti (13,2%).
Come riscontrato nel 2017, se considerata in termini assoluti la
problematica riferita al reddito resta prioritaria rispetto alle
altre e interessa il 33,9% degli utenti, evidenziando comunque
una diminuzione rispetto agli anni precedenti (37,5% nel 2017,
36,2% del 2016). Coerentemente con il decremento delle diagnosi
connesse al reddito, si rileva un decremento anche di quelle
connesse al lavoro, che interessano l'11,1% degli utenti nel 2018
contro il 12,6% nel 2017 rispetto al 12,1% del 2016 e alla casa
(7,0% nel 2018 rispetto al 7,6% nel 2017).
Leggendo congiuntamente per area di problematica alcune delle
diagnosi, si osserva che quelle che esprimono problematiche
maggiormente legate alle difficoltà riferibili alla crisi
economica, ossia reddito, lavoro e casa, nel loro insieme
interessano il 40,9% degli utenti complessivi (45% nel 2017) e il
72,6% dell'utenza adulta.
Restringendo l'analisi agli adulti in carico, l'analisi delle
diagnosi sociali evidenzia che il 65,3% dell'utenza presenta una
diagnosi sociale connessa a mancanza o insufficienza di reddito,
il 20,7% a problematiche connesse al lavoro (disoccupazione,
disoccupazione di lunga durata, difficoltà di inserimento o di
mantenimento del posto di lavoro) e il 7,4% dei casi a
problematiche connesse all'abitazione. Queste tre diagnosi
insieme orientano la presa in carico del 72,6% dell'utenza adulta
e, facendo riferimento ai soli utenti adulti stranieri,
raggiungono la quota dell'86,2%.
Per quanto riguarda gli interventi erogati sempre agli adulti,
per oltre il 50% degli utenti sono di tipo economico e per il
4,5% sono specificatamente legati a casa-lavoro (inserimenti
socio lavorativi, inserimenti lavorativi a favore di disabili e
assegnazioni di alloggi a titolo assistenziale).
L'intervento relativo alla Misura regionale attiva di sostegno al
reddito (Mia) introdotta nell'ottobre del 2015 e successivamente
coordinata e integrata con le misure nazionali di sostegno per
l'inclusione attiva (Sia) e il reddito di inclusione (Rei) fino
alla sua conclusione nell'ottobre 2018, rimane nell'anno di
riferimento l'intervento che ha maggiormente caratterizzato
l'impegno dei servizi in quest'area.
Nel corso del triennio 2015-18 i nuclei familiari beneficiari di
Mia e Mia+Sia sono stati complessivamente 20.568, con
un'incidenza rispetto alle famiglie residenti in regione pari al
3,7%. I componenti dei nuclei beneficiari sono complessivamente
54.101, in media 2,6 persone cadauno, con un'incidenza pari a
4,4% ogni 100 abitanti.
Il 34% dei nuclei beneficiari è unipersonale, il 18% con 2
componenti, il 47% ha 3 o più componenti. I nuclei unipersonali
sono rappresentati nel 60% circa dei casi da disoccupati,
prevalentemente maschi, italiani (85% dei casi) e con un'età
media pari a 51 anni. In generale la misura interessa
prevalentemente nuclei con figli (56% del totale). La quota di
monogenitoriali è stimata intorno al 17% del totale.
La distribuzione per età dei componenti evidenzia che i minorenni
coinvolti dalla misura sono oltre 18.000 e rappresentano un terzo
del totale dei componenti dei nuclei beneficiari. Oltre 400,
inoltre, sono i bambini nati a seguito dell'ingresso del nucleo
nella misura. L'incidenza rispetto alla relativa popolazione di
riferimento rivela che un minore ogni 10 residenti da 0 a 17 anni
appartiene a nuclei beneficiari della misura. Si rileva anche una
quota importante (22%) di beneficiari giovani (18-34 anni),
mentre risulta minima (3,9%) l'incidenza di over 65enni. Il 58,5%
dei nuclei beneficiari è composto da soli italiani, il 29,4% da
soli stranieri, il 12,1% sono misti.
ARC/EP/fc
Il vicegovernatore Riccardo Riccardi all'incontro con i portavoce dell'Allenza contro la povertà in Friuli Venezia Giulia
Foto Arc Pozzetto
Il vicegovernatore Riccardo Riccardi all'incontro con i portavoce dell'Alleanza contro la povertà in Friuli Venezia Giulia
Foto Arc Regione