Localizzazione e caratteristiche stazionali

La cosiddetta Foresta del Cansiglio interessa due regioni, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, rispettivamente con le province di Belluno e Treviso per la parte veneta e con quella di Pordenone per la parte friulana.
La parte friulana del Cansiglio si estende per circa 1.551 ettari nei comuni di Caneva, Polcenigo e Budoia (PN), sulle Prealpi Carniche.
Si tratta di un altopiano tra circa 900 e 1.000 metri di quota delimitato da un cordone montuoso le cui cime oscillano tra circa 1.300 e 1.700 metri sul livello del mare. Il substrato roccioso è calcareo e il paesaggio è carsico mentre il clima è caratterizzato da piovosità elevata; la media annua rilevata in località Crosetta è di 1.777 millimetri.
Le acque sotterranee del Cansiglio sgorgano in alcune sorgenti nella pianura friulana (Fiume Livenza) e verso il lago di Santa Croce.
Le tre specie arboree quasi esclusive del Cansiglio sono il faggio, l'abete rosso e, in misura minore, l'abete bianco. Le tipologie forestali prevalenti sono la faggeta montana tipica esalpica e le peccete secondarie.

Storia

La proprietà è della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia dal 1966, quando la parte friulana della Foresta demaniale del Cansiglio venne assegnata alla Regione a seguito dell'istituzione della stessa.
In precedenza, esattamente per un secolo, l'intera Foresta demaniale del Cansiglio era stata di proprietà dello Stato Italiano dal 1866 (annessione di Veneto e Friuli con la Terza Guerra di Indipendenza).
La natura demaniale della Foresta risale ancora nel tempo: infatti, nel 1548 la Repubblica di Venezia nazionalizzò il Cansiglio decretandolo bosco pubblico a disposizione dell'Arsenale (Bosco Bandito).
Sono ancora diffusamente visibili i segni di confine realizzati dalla Serenissima, recentemente posti in evidenza.

Produzione legnosa

Mediamente vengono utilizzati circa 3000 metri cubi netti di legname, costituiti prevalentemente da faggio e da abete rosso e in piccola parte di abete bianco.
Il legname di faggio viene ripartito nelle classi A e B che interessano circa il 15% del volume di tale specie e che sono destinati a utilizzi pregiati (mobili e pavimenti), nella classe C che riguarda il 10% del volume ed è impiegato ancora per usi tecnologici ma di scarso pregio (imballaggio, tavolame di terza scelta) e legna da ardere.
Quest'ultimo assortimento rappresenta nei tagli di maturità circa il 65% del materiale legnoso ritraibile mentre nei diradamenti in formazioni giovani costituisce il 100% della massa.

Fruizione turistica e protezione della natura

Con specifica Delibera della Giunta regionale, dal 2007 le tre Riserve integrali di Col Piova, Croseraz-Val Bona e Pian de le Stele – per complessivi 274 ettari – sono state individuate anche come aree wilderness, accrescendo il grado di tutela e la notorietà delle Riserve tra gli appassionati del settore.
Complessivamente vi sono circa 30 chilometri di sentieri nella proprietà regionale o nelle immediate vicinanze. A tali percorsi si aggiunge la fruizione a piedi, in bici, a cavallo e con sci di fondo sulle strade forestali e in particolare nella direttrice Crosetta-Candaglia-Archeton.
Nelle proprietà regionali, le cavità carsiche sono una cinquantina e sono oggetto di esplorazioni speleologiche. La cavità più nota e frequentata dai turisti è il Bus de la Lum, presso cui è stato esposto nel 2010 un tabellone descrittivo della cavità redatto in collaborazione tra il Servizio regionale gestore della proprietà e il Gruppo speleologico di Sacile.
Nella foresta è vietato cacciare. Anche la relativa abbondanza di tetraonidi quali Francolino di monte e Gallo cedrone ha portato all'istituzione del Sito d’Interesse Comunitario (SIC) Foresta del Cansiglio.
Nell'area vivono numerosi cervi ed è molto facile avvistarli.

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