Il piano di bacino è uno strumento di governo del territorio e di tutela delle risorse idriche.

Il Piano di Bacino ha valore di piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo ed alla corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato. Il Piano di Bacino è redatto dall’Autorità di Distretto delle Alpi Orientali e viene approvato dalla Conferenza istituzionale permanente alla quale partecipano i Presidenti delle regioni e delle province autonome il cui territorio è interessato dal distretto idrografico, nonché il Ministro per la Transizione Ecologica e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri e, nei casi in cui siano coinvolti i rispettivi ambiti di competenza, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Il Piano di Bacino può essere articolato per stralci e infatti il distretto Alpi Orientali ha suddiviso la pianificazione di bacino nei seguenti Piani.

Piano di Gestione delle Acque

Il Piano è redatto in attuazione della Direttiva Quadro Acque (Direttiva 2000/60CE) e persegue obiettivi ambiziosi:

  • impedire un ulteriore deterioramento delle acque, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici e degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico;
  • agevolare un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili;
  • mirare alla protezione rafforzata e al miglioramento dell'ambiente acquatico, anche attraverso misure specifiche per la graduale riduzione degli scarichi, delle emissioni e delle perdite di sostanze prioritarie e l'arresto o la graduale eliminazione degli scarichi, delle emissioni e delle perdite di sostanze pericolose prioritarie;
  • assicurare la graduale riduzione dell'inquinamento delle acque sotterranee e impedirne l'aumento;
  • contribuire a mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità

La documentazione di Piano e tutte le informazioni relative al suo processo di formazione e consultazione sono reperibili nel sito dell’Autorità di distretto delle Alpi Orientali il cui link è disponibile nella sezione “documentazione” di questa pagina internet.

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Piano di Gestione del Rischio Alluvioni

La Direttiva Europea 2007/60/CE, recepita nel diritto italiano con D.Lgs. 49/2010, ha dato avvio ad una nuova fase della politica nazionale per la gestione del rischio di alluvioni, che il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA) deve attuare, nel modo più efficace.
Dal 4 febbraio 2022, con la pubblicazione nella G.U. n. 29, della delibera n. 3 del 21 dicembre 2021 di adozione da parte della Conferenza Istituzionale Permanente, è diventato vigente il primo aggiornamento del Piano di gestione del rischio di alluvioni (PGRA 2021-2027) composto dalla seguente documentazione:

• RELAZIONE GENERALE
• ALLEGATO I: ELEMENTI TECNICI DI RIFERIMENTO NELL'IMPOSTAZIONE DEL PIANO
• ALLEGATO II: SCHEMA DELLE SCHEDE INTERVENTI (REPORTING)
• ALLEGATO III: TABELLONE INTERVENTI
• ALLEGATO IV: MAPPE DI ALLAGABILITÀ, PERICOLOSITÀ E RISCHIO
• ALLEGATO V: NORME DI ATTUAZIONE

Il PGRA ha valenza di piano territoriale di settore ed ha funzione di strumento conoscitivo, tecnico-operativo e normativo volto sia all'individuazione e perimetrazione di aree e zone di interesse sia alla pianificazione e programmazione delle azioni e delle norme d’uso sulla base delle caratteristiche fisiche e ambientali del territorio interessato.
Il PGRA dirige l'azione sulle aree a rischio più significativo, organizzate e gerarchizzate rispetto all'insieme di tutte le aree a rischio e definisce gli obiettivi di sicurezza e le priorità di intervento a scala distrettuale, in modo concertato fra tutte le Amministrazioni e gli Enti gestori, con la partecipazione dei portatori di interesse e il coinvolgimento del pubblico in generale.
 

 

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Piani stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI)

Il Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI), originariamente previsto dalla L. 183/89 e successivamente dal DLgs 152/2006, rappresenta uno stralcio di settore funzionale del Piano di Bacino relativo alla pericolosità ed al rischio da frana contenente l'individuazione e la perimetrazione delle aree a pericolosità, nonché le relative misure di salvaguardia. Il PAI, che è organizzato per bacini idrografici, è un documento programmatico che individua scenari di pericolosità collegati ai fenomeni franosi presenti e/o previsti nel territorio ed associa ad essi normative, limitazioni nell’uso del suolo e tipologie di interventi, strutturali e non, che sono finalizzati alla mitigazione dei danni attesi.
Con il primo aggiornamento del Piano di gestione del rischio alluvioni, sono stati stralciati dai PAI i riferimenti alle pericolosità idrauliche e alle colate detritiche che sono divenute competenze del PGRA.
Il PAI, insieme al PGRA, costituiscono il quadro di riferimento, al quale devono adeguarsi e riferirsi tutti i provvedimenti autorizzativi e concessori. Essi hanno valenza di Piani sovraordinati rispetto ai piani di settore, compresi i piani urbanistici.
I vigenti PAI, sono relativi ai seguenti bacini: Livenza, Piave, Tagliamento, Fella, Isonzo, Slizza, Levante, bacino scolante sulla laguna di Marano Grado, e si compongono di:

• RELAZIONE DI PIANO
• MAPPE DELLA PERICOLOSITÀ E DEL RISCHIO
• NORME DI ATTUAZIONE
 

 

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